Li du' quadri
Questo testo è completo, ma ancora da rileggere. |
◄ | L'udienze der Papa novo | Er monno sottosopra | ► |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1834
LI DU’ QUADRI.
Io e Mmòma,1 in du’ artari a la Ritonna,2
Che bbelli quadri avemo visto, tata!3
Uno era Ggesucristo a la colonna,
E ll’antro4 la Madonna addolorata.
Tata mia, quela povera Madonna
Che spada ha in de lo stommico infirzata!
E ’r Gesucristo gronna5 sangue, gronna,
Che ppare propio una vasca sturata.
Ve dico, tata, ch’io nun ho mmai visto,
Fra cquanti Ggesucristi sce so’6 a Rroma,
Chi ppòzzi7 assuperà8 cquer Gesucristo.
Ma la Madonna poi!... È vvero, Mòma?
Tiè un par de calamari9 e un gruggno pisto,10
Che sse11 strilla addrittura: “È un’ecce-oma.„12
13 marzo 1834.
Note
- ↑ Girolama.
- ↑ La Rotonda: il Pantheon.
- ↑ Vocabolo col quale i figli chiamano il padre.
- ↑ L’altro.
- ↑ Gronda.
- ↑ Ci sono.
- ↑ Chi possa.
- ↑ Superare.
- ↑ Occhiaie. [E anche calamai.]
- ↑ Volto pesto.
- ↑ Si.
- ↑ Ecce homo significando qui [cioè, a Roma]: “persona mal ridotta„ (Egli è un ecce-homo), alcuni trasportano l’espressione anche al femminile.