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Il primo lavoro della Gemma

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Lavori e balocchi Lavori e balocchi - Il corredino della bambola


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Il primo lavoro della Gemma.


La Gemma aveva messo da parte nientemeno che settantacinque centesimi; e con settantacinque centesimi si possono fare dimolte cose: si può comprare una bambola quasi vestita, un anellino quasi d’oro, un vezzo di perle quasi buone, o se no, un mezzo chilogrammo di biscottini.

Ma la Gemma aveva un’altra idea: voleva fare un regalo alla mamma e non sapeva proprio dove battersi il capo. Pensa e ripensa, si decise di confidarsi con la sua maestra. E questo è il partito più savio al quale possa appigliarsi una bambina imbarazzata.

La Gemma avrebbe voluto comprar tutto Firenze, e se tutto Firenze non c’entrava, si sarebbe contentata di una bella pelliccia di martora, col manicotto eguale. Ma la signora maestra che era una signorina di giudizio, fece osservare alla fanciulla, che con settantacinque centesimi non si compra neanche la fodera del manicotto.

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— O allora? — fece la Gemma sgomenta. — Capirà, signorina, che io non posso regalare alla mamma una trombettina o una palla di gomma elastica!

— È vero anche codesto, rispose la maestra sopra pensiero. Poi, a un tratto, come colpita da un’idea improvvisa:

— Perchè, ora che sai far la maglia discretamente, non le regali un paio di calze, fatte con le tue mani?

— Un paio di calze! ripetè la Gemma, allungando il labbro di sotto con un visibile segno di disgusto. — Non le pare un regalo troppo... troppo rozzo?

— No, rispose con serietà la maestra, no, fanciulla mia: quando un regalo, per modesto che sia, è offerto col cuore, non c’è rozzezza che tenga. Eppoi s’io fossi una mamma, preferirei che la mia figliuola, prima di applicarsi a dei gingilli eleganti ma inutili, si addestrasse nei lavori necessari.

— Facciamo dunque le calze! disse la Gemma, che poi in fondo era una bambina assai docile. Crede però che i soldi sieno sufficienti?

— Mi pare. Cinque once di cotone a quindici centesimi l’oncia, fanno per l’appunto settantacinque centesimi.

La Gemma battè le mani della contentezza e fece subito comprare il cotone.

[p. 129 modifica]La maestra le avviò la prima calza, le scrisse sopra un pezzetto di foglio le regole da osservarsi, e così la Gemma potè, a tempo avanzato, finire il suo lavorino.

Non è a dire se la mamma lo gradisse. Alcuni parenti le regalarono, per la sua festa, molte belle cose, fra le quali una pelliccia di martora col manicotto eguale. Ma nessun dono fu più caro alla mamma di quello al quale aveva lavorato la diletta sua figliuolina.




Ditemi un po’, fanciulle: se io vi ricopiassi, qui sul libro, le regole date alla Gemma dalla maestra, non farei una cosa santa?

Io vedo già parecchie bambine che vanno dal merciaio a comprare... Basta! Non voglio essere indiscreta. So però di certo che questo raccontino vedrà fare molte paia di calze.

Ecco le regole:

« Prendendo del cotone inglese del numero 10, sarà necessario avviar la calza di 152 maglie.

« Si faranno 30 giri a 2 maglie diritte e a 2 maglie rovescie, alternativamente, per formare sul principio della calza una specie di elastico, che abbracci la gamba al disopra del ginocchio, onde [p. 130 modifica]il lembo superiore della calza non s’arrovesci, nè s’incartocci. Poi si fanno le maglie tutte diritte, meno la riga dei rovescini (costura della calza) per formare la quale bisogna fare una maglia rovescia ogni due giri, ma sempre sulla stessa riga.

« Fatti 60 rovescini, avremo circa 20 centimetri di calza, pezzo che cuopre il ginocchio e arriva al polpaccio della gamba: s’incomincia poi a stringere, calando 2 maglie, una per parte della costura, avvertendo di fare una maglia fra lo stretto e il rovescino; poi si fanno 5 rovescini e si stringe di nuovo, e così per 5 volte, di modo che dopo 25 rovescini, si avranno di meno 12 maglie comprese le prime 2, strette dopo i 60 rovescini; indi si stringe per otto volte ogni 4 rovescini, e faranno 28 maglie di meno: poi ogni 3 rovescini per 6 volte, ed avremo 40 maglie di meno: e per ultimo ogni 4 rovescini per 5 volte, e in tutto saranno 50 maglie di meno, il terzo cioè delle maglie dell’avviatura della calza, per cui rimarranno 102 maglie.

« Ora si ha coperto il polpaccio della gamba e si è al collo del piede, pel quale si fanno 30 rovescini prima di dividere le maglie per fare la staffa.

« Qui per tenere una regola approssimativa, [p. 131 modifica]che può servire di norma anche per le calze di filo più grosso (per esempio di lana), o di filo più fino, per le quali occorrerebbe un minore, o maggior numero di maglie, faccio la somma dei diversi rovescini fatti lungo la calza.


Principio dalla calza che forma l’elastico, giri 30 rovescini 15
Prima di stringere rovescini 60
Nel primo ordine di stretti, ogni 5 rovescini per 5 volte rovescini 25
Nel secondo ordine di stretti, ogni 4 rovescini per 8 volte rovescini 32
Nel terzo ordine di stretti, ogni 3 rovescini per 6 volte rovescini 18
Nel quarto ordine di stretti, ogni 4 rovescini per 5 volte rovescini 20
Pel collo del piede rovescini 30

In tutto rovescini 200

«Dunque il numero dei rovescini lungo la calza è un terzo più del numero delle maglie dell’avviatura, ed il numero totale degli stretti (vedi sopra) è il terzo delle maglie dell’avviatura.

«Le 102 maglie rimaste si dividono nel seguente modo: 47, cioè 23 per parte della costura su due [p. 132 modifica]ferri per la staffa posteriore, e le altre 55 maglie si lasciano sugli altri due ferri per la staffa anteriore. La costura deve continuare sino alla fine del pedule.

« S’incomincia dalla staffa posteriore che, dovendosi eseguire con soli due ferri, si dovrà lavorare un ferro a diritto, e un ferro a rovescio, onde conservare il diritto e il rovescio della calza. Notisi però, che al principio ed alla fine dei ferri lavorati a rovescio, bisognerà fare 2 maglie diritte le quali formeranno altre due righe di rovescini per ornamento alla staffa. Di questi rovescini se ne faranno 23, poichè tante sono le maglie ai lati della costura, altrettanti dovranno essere i rovescini.

« Ora le 47 maglie bisognerà dividerle per fare il calcagno del pedule. Si dovranno tenere nel mezzo 27 maglie, cioè 13 per parte della costura e rimarranno 10 maglie per ciascun lato, le quali verranno strette una per volta coll’ultima maglia alla fine di ciascun ferro del calcagno, che si farà lavorando le 27 maglie.

« Fatti 10 rovescini, o venti ferri, chè tanti ne occorrono onde stringere le 10 maglie ai lati, si prenderanno sui ferri, come altrettante maglie, i 23 rovescini che si sono fatti ai lati della staffa, e con questi avremo in seguito i gheroncini, che dividono la staffa di dietro da quella davanti. Anzi [p. 133 modifica]siccome i gheroncini facilmente scarseggiano, così sarà bene nel prendere i 23 rovescini, crescere una maglia ogni 7 e ridurle a 26. Ora dobbiamo ancora riunire i quattro ferri della calza e lavorarla in tondo.

« Avremo dunque le maglie 55 lasciate per la staffa davanti, le 26 prese da un lato della staffa di dietro, le 27 del calcagno, le altre 26 della staffa posteriore, in tutto 134.

« Ora devesi osservare che le 26 maglie sono la base dei gheroncini, i quali si formano restringendo un punto ogni due giri di calza a ciascun lato della staffa davanti, che si va formando col progredir del lavoro. Avvertasi anche che per dare una bella forma al pedule, allorchè si saranno calati 15 punti da ciascun lato ai gheroncini, invece di stringere ogni 2 giri, si potrà stringere ogni 3 e così finchè si sono strette 25 maglie per completare i gheroncini, lasciando per il cappelletto 84 maglie che si lavorano senza interruzione sempre in tondo, e sempre conservando la riga dei rovescini sino alla punta della calza, per arrivare alla quale si faranno 36 rovescini, più o meno, secondo la lunghezza del piede.

« Per fare la punta della calza, ognuna ha un uso proprio, ma per finire la mia, ne darò uno, che parmi assai semplice.

[p. 134 modifica]Dopo la riga dei rovescini, che qui cessa, si fa una maglia, poi si stringe una prima maglia, se ne fa un’altra, poi si stringe una seconda maglia; indi se ne fa un altra e si stringe una terza maglia. Abbiamo strette tre maglie, facendone sempre una fra uno stretto e l’altro. Si compie il giro, e giunti agli stretti si passa avanti sorpassandoli d’una maglia, indi si stringe per 3 volte, facendo sempre una maglia fra uno stretto e l’altro, come al giro antecedente, e così di seguito, fino a che si hanno 9 maglie sui ferri che si stringono tutte in una volta.1»

Note

  1. Per questi particolari mi sono valsa del prezioso Manualetto di lavori femminili della signora Emilia Thomas Fusi.