Levia Gravia/Libro II/Per la proclamazione del regno d'Italia

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Libro II - Per la proclamazione del regno d'Italia
Libro II Libro II - In morte di G.B. Niccolini
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XVI.

PER LA PROCLAMAZIONE

DEL REGNO D'ITALIA


Suono di trasvolanti
Ale e tremor di luminose forme
I sereni del ciel deserti empiea,
4E da le caliganti
Isole al mar che sotto Pola dorme
Una stupenda visïon splendea,
Quel dì che di Palestro il cavaliero
8Coronossi del bello italo impero.

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Veníano giovinette
Anime a coro, e ardea la nova etate
Nel segno del martir piú radïosa;
12Nel puro lume erette
Venían fronti pensose, incoronate
Di secura canizie glorïosa;
Sacerdoti e guerrieri, ed inspirati
16Sofi ed artisti, e contemplanti vati.

Tuoi figli, Italia. E il giorno
Che ’l tuo nome attestâr, non di frequente
Popolo gli cerchiava onda solenne.
20Duro silenzio intorno,
E il ceffo del carnefice imminente,
E l’atro coruscar de la bipenne.
Chinârsi: e te cercò l’occhio smarrito
24Tra ’l dileguar del mondo e l’infinito.

Quei le livide note
Mostran del laccio, a quei solco vermiglio
Viaggia il collo e ’l fero taglio attesta:
28Chi da l’occhiaie vôte
Tabe distilla, e chi tra ciglio e ciglio
Franta dal piombo ha la superba testa.
Ma come sol levante or lampeggiando
32Splende ogni piaga; e procedon cantando.

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— Sei tu, sei tu, che al forte
Sposo poggiata da gli avelli oscuri,
Reina di virtude, il soglio premi?
36Oh sei tu, cui la morte
Trionfi maturava e i morituri
Salutâr lieti ne’ sospiri estremi?
Salutaro immortal come la bella
40Che t’irraggia la fronte esperia stella?

O surta ne gli amari
Tramiti de l’esilio, o de’ sepulti
Tra l’urne in sospettose ombre nudrita;
44Chi nel dolor t’è pari?
Chi ne la gloria? A’ barbari tumulti
Nel sol de le battaglie a pena uscita,
Tu pugni e vinci, t’addimostri e regni,
48E novo ordin di tempi al mondo insegni.

Madre e signora nostra,
Idea de’ sapïenti, amor de’ vati,
E sommo premio a chi per te moría,
52Il tuo cinto s’inostra
Nel sangue de gli eroi che Dio t’ha dati,
Verde ride il tuo velo a la giulía
Primavera d’amore, ondeggia bianco
56Il regal manto da l’augusto fianco.

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Te non furor di brando
Non di coperte industrie avvolgimento
Serena rilevò ne l’alto stato;
60Ma fede che inneggiando
Sorvola a i roghi, ma sperne che al lento
Ceppo s’invola co ’l pensiero alato,
Ma carità che di piú forte stampa
64Segna l’ordin civile e al bene avvampa.

Da lacrimosa etade
Non chiede il regno tuo titol bugiardo
Che bestemmiando Dio da Dio si dice,
68Quando le poche spade
Mieteano i molti, ed il terror codardo,
Partite anime e terre, ebbe tutrice
Del delitto la forza: un fiero o stolto
72Su gli scudi barbarici suffolto.

Tu de l’eterno dritto
Vendicatrice e de le nove genti
Araldo, Italia, il Campidoglio ascendi.
76Tuoni il romano editto
Con altra voce, e a’ popoli gementi
Ne l’ombra de la morte, Italia, splendi.
Accorran teco a la suprema guerra
80Gli schiavi sparsi su l’oppressa terra.