Levia Gravia/Libro I/Per nozze B. e T.
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III.
PER NOZZE B. e T.
in pisa
Chi me de’ canti o mai memore in vano
Poi che dal nido mio giacqui diviso,
Chi me al ciel patrio e de gli amici al viso
4Rende toscano,
Dove piú largo ne’ bei piani a l’onda
Laborïosa il freno Arno concede
E di trïonfi solitari vede
8Grave la sponda?
Vola il pensiero trepidando e posa
A una nota magione or tutta in festa,
Piange la madre e i bianchi veli appresta:
12Ecco la sposa.
Seco il garzone a cui l’intimo affetto
Traluce e ride su la faccia pura
E ne l’eloquio l’anima secura
16E il savio petto.
Oh a me del vin cui piú sottil maturi
Tósca vendemmia per le aeree cime
Versate, amici. Io dal bicchier le rime
20Chieggo e li augúri.
E d’Alice dirò la chioma bruna,
La tenue fronte e i lunghi sguardi e lenti,
Come in queta d’april notte pioventi
24Raggi di luna.