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Seco il garzone a cui l’intimo affetto
Traluce e ride su la faccia pura
E ne l’eloquio l’anima secura
                             16E il savio petto.

Oh a me del vin cui piú sottil maturi
Tósca vendemmia per le aeree cime
Versate, amici. Io dal bicchier le rime
                             20Chieggo e li augúri.

E d’Alice dirò la chioma bruna,
La tenue fronte e i lunghi sguardi e lenti,
Come in queta d’april notte pioventi
                             24Raggi di luna.