Lettere al padre/1633/82
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A Roma
San Matteo, sabato santo del 1633
Molto Illustre e Amatissimo Signor Padre.
V. S. ha voluto che questi giorni santi io resti mortificata, privandomi di sue lettere, il che, quanto io abbia sentito, non posso esprimerlo. Non voglio già io lasciar, se bene con molta strettezza di tempo, di salutarla con questi due versi, augurandoli felicissima questa santissima Pasqua, colma di consolazioni spirituali e di buona salute e felicità temporale, che tanto mi prometto e spero della liberalissima mano del Signore Iddio.
Qua di presente, la Dio grazia, siamo tutte sane, ma non già il nostro Giuseppe, il quale, fatte le feste, bisognerà che vada allo spedale per curarsi della febbre e della milza ch’è assai gonfia; ed io vo procurando, col mezzo della nostra Madre Badessa, ch’egli sia ricevuto in Bonifazio, ove starà meglio che in nessun altro luogo. La Piera sta bene e la saluta, siccome fo io di tutto cuore insieme con le solite, e gli ricordo ch’è in debito meco della risposta di tre lettere.
figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.