Lettere al padre/1631/72
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A Bellosguardo
San Matteo, luglio 1631
Amatissimo Signor Padre.
Suor Luisa ha per sua buona sorte riscossa la sua entrata prima che non pensava, e subito viene a dar sodisfazione a V. S. delli scudi 24 che li deve. Confessa bene di non volere né poter sodisfarla quanto all’obligo che perciò avrà perpetuo con Lei, non le bastando l’animo d’arrivar a contraccambiar la sua prontezza e amorevolezza, altro che con la moneta d’un buono e cordiale affetto inverso di V. S. e di noi ancora; e questo lo va manifestando giornalmente con gli effetti in tutte le mie occorrenze, con maniera tale che più non potria fare se mi fosse madre. Ella ha aggiunto nel panierino queste paste, acciò V. S. se le goda per suo amore.
Suor Arcangelo se ne sta in letto con poca febbre veramente, ma con gran debolezza e molti dolori, e, se non m’inganno, credo che ci sarà da far assai avanti ch’ella ritorni in sanità, se pur vi tornerà. Il medico, quando ultimamente la visitò, ordinò fra le altre cose alcune unzioni allo stomaco con olio da stomaco del Gran Duca, e olio di noci moscate. Dell’uno e dell’altro ne siamo a carestia, e perciò avrei caro che V. S. me ne provvedesse un poco.
Rimando due fiaschi voti, e veramente che se, in questa scesa ch’ho avuto, non fosse stato il vino bianco di V. S., l’avrei fatta male, perché sono vivuta di pappe e zuppe, quali non m’hanno nociuto per esser fatte in vino così buono.
Avrò caro d’intendere se sortirà la compra del luogo che V. S. venne a vedere, perché io grandemente lo desidero: e mi parrebbe cosa molto ben fatta e utile per la lor casa. Non occorrendomi altro di presente, saluto caramente V. S. insieme con le solite, e prego Dio benedetto che la feliciti sempre.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.