Lettere al padre/1631/64

Lettera 64

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A Bellosguardo

San Matteo, 17 marzo 1630 [1631]

Amatissimo Signor Padre.

La risposta che riporto della madre Badessa, circa il servizio del quale mi scrisse V. S. l’altro giorno, è che senza dubbio sarà di molto gusto a tutte universalmente il procurar la grazia da Monsignor Arcivescovo, non solo per i padri, ma per i fratelli ancora; ma che giudica esser conveniente l’indugiar a domandarla dopo Pasqua. Intanto V. S. sarà da noi e potrà in voce trattarne con lei, che veramente è persona molto prudente e discreta, ma assai timida.

Rimando i collari imbiancati che, per essere tanto logori, non saranno accomodati con quella esquisitezza che avrei desiderato: se altro gli fa bisogno si ricordi che non ho il maggior gusto nel mondo, quanto che di impiegarmi in cose di suo servizio, siccome all’incontro mi pare che lei non l’abbia in altro se non nel compiacermi e sodisfare a tutte le mie domande, giacché con tanta sollecitudine provvede ad ogni mio bisogno.

La ringrazio di tutte in generale, e in particolare delle ultime che per mano del nostro fattore ho ricevute, che furno due cartocci, uno di mandorle, l’altro di zibaldoni, e sei cantucci. Il tutto ci goderemo in grazia sua. E io gli fo un regalo da poveretta, cioè questo barattolo di conserva, che sarà buona per confortar la testa: se bene miglior conforto credo che sarebbe l’affaticarla meno con lo studio e scrivere. Le bagattelle del panierino saranno per la Virginia. Per carestia di tempo non dirò altro. Se non che io in nome delle solite la saluto affettuosamente e prego nostro Signore che le conceda la sua santa grazia.

figliuola Affezionatissima

S. Maria Celeste.