Lettere al padre/1631/63
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A Bellosguardo
San Matteo, 13 marzo 1630 [1631]
Amatissimo Signor Padre.
Non resto maravigliata del cordialissimo affetto ch’Ella mi porta, già che troppi sono gl’indizi e contrasegni che ne tengo; ma ben stupisco che l’amore arrivi tant’oltre che la faccia indovinare, con mandarmi V. S. una vivanda più conforme al gusto e sanità mia di qualsivoglia altra quadragesimale. La ringrazio pertanto infinitamente, e mi preparo a goderla con gusto raddoppiato, per esser accomodata da quelle mani tanto da me amate e riverite. E già che mi ordina ch’io domandi altro di mio gusto, io domanderei qualcosa per far colazione la sera, e nel resto, di grazia, V. S. non si pigli altro pensiero; ché quando mi bisognerà qualcosa, mi lascierò intendere, sapendo che posso farlo con ogni sicurtà.
Non vedo l’ora di rivederla insieme con il bambino, purché non sia in giorno di festa ché non ci saria sodisfazione.
Lascio giudicar a lei se mi sarà di consolazione la grazia che V. S. pretende d’ottenere da Monsignor Arcivescovo; ma non posso in questo punto risolverla. Sarò con la madre Badessa, e quanto prima gli significherò quel che ne avrò potuto ritrarre. Intanto finisco, senza finir mai di raccomandarmele. E prego nostro Signore che la conservi.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.