Lettere al padre/1630/49
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A Bellosguardo
4 settembre 1630
Amatissimo Signor Padre.
Per mia buona sorte mi è accaduto il poter in qualche parte supplire alla minore delle molte disgrazie che V. S. mi disse esserle accadute cioè d’esserseli guasto due barili d’aceto invece de’ quali io ne ho provvisti questi due fiaschi che gli mando, il quale in questi tempi ho avuto per grazia e mi par ragionevole; accetti V. S. la mia buona volontà desiderosa di poter, se fosse possibile, supplire e concorrere con gli affetti ad ogni suo bisogno. Suor Violante, e noi insieme, la ringrazia dei ranocchi e zatta, gustando non solamente del dono in sé, ma molto più della diligenza e sollecitudine di V. S.
Madonna ier mattina m’impose, ch’io dovessi domandare a V. S. se credeva che della elemosina avuta dal serenissimo Gran Duca si dovessi far ringraziamento, poiché, per avercela portata qui un lavoratore che sta al Barbadoro, non se ne fece ricevuta; io me lo scordai, e ora prego V. S. a darmene indizio con suo comodo, e intanto spero di sentire anco buon esito della supplica che si fece ier mattina. La saluto in nome di tutte, e prego nostro Signore che la conservi.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.