Lettere al padre/1628/34
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A Bellosguardo
[dicembre 1628 ?]
Amatissimo Signor Padre.
La improvvisa nuova datami da Vincenzio nostro della conclusione del suo parentado, e parentado così onorato, ha causato in me tale allegrezza che non saprei come meglio esprimerla, salvo che con dirle, che tanto quanto è grande l’amore che porto a V. S., tanto è il gusto che sento d’ogni suo contento, il quale suppongo che in questa occasione sia grandissimo; e perciò vengo di presente a rallegrarmi seco, e prego nostro Signore che la conservi per lungo tempo, acciò possa godere quelle satisfazioni che mi pare gli promettino le buone qualità di suo figliuolo e mio fratello, al quale io accresco ogni giorno l’affezione, parendomi giovane molto quieto e prudente.
Avrei fatto con V. S. più volentieri quest’offizio in voce, ma poich’Ella così si compiace, la prego che almanco mi dica per lettera il suo gusto circa il mandar a visitar la sposa: cioè se sia meglio il mandar a Prato quando vi andrà Vincenzio, o pure aspettar ch’ella sia in Firenze, già che questa è cerimonia solita di noi altre, e tanto più che per essere lei stata in monastero, saprà queste usanze. Aspetto adunque la sua risoluzione. E frattanto la saluto di cuore.
sua figliuola Affezionatissima
S. M. Celeste.