Lettere (Sarpi)/Vol. I/59

LIX. — A Filippo Duplessis Mornay

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LIX. — A Filippo Duplessis Mornay
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LIX. — A Filippo Duplessis Mornay.1


Non ho mai potuto indurmi a lasciarmi qui da gran pezza surrogare, avendo cagion di dolermi anche per conto della repubblica. Così fui costretto di affidare alle lettere ciò che avrei voluto adempiere di persona, senza il timore di veder fuggita l’occasione. Fu intimato il congresso dei nostri principi nel mese corrente. Incomincio a sperar bene delle cose dei Veneti, e mi accresce speranza quello che la S.V. mi avvisa nelle ultime sue, ed è ciò ch’io aveva sì forte desiderato. Al che si conformano le notizie lette non molto innanzi, siccome scritte ad un amico. Se vi sarà duopo di sproni, ne farò uso [p. 205 modifica]al mio ritorno; e porrò all’opera tutto l’impegno di cui essa è meritevole.

Sento vociferarsi che in breve partirà di qua un legato per l’Inghilterra, e saluterà i nostri nel suo passaggio. Faccia Dio che si avveri. Le altre cose Ella saprà dal Marbaudo.

Scrivono ancora che lo Stasio siesi da Praga trasferito a Vienna; e che il Geinero, prefetto di Favarino, in quanto al ministro discacciato, abbia chiesto, come espiazione del fatto, il richiamo di esso ministro. Il re a questo non dà risposta; che anzi, per nuovo programma affisso in pubblico, annullati i suoi precedenti, minaccia gli Austriaci di proscrizione, se persistendo nella loro caparbietà, ricuseranno di obbedire. Sto in forse, e comincio a sospendere il mio giudizio, quanto all’anticata simulazione, alla quale ho sempre creduto e che i nostri credono ancora. Dicono invece, o che costui preferisce la superstizione al regno, o che già trovasi troppo vecchio perchè imparar possa a regnare. Le mando la lettera a lui diretta dai Sassoni, non sapendo s’Ell’abbia fin qui potuto vederla. Stia sana, e mi ami siccome pieno d’osservanza e di stima.

14 febbraio, 1609.




Note

  1. Vedasi la nota 1, a pag. 148. Questa Lettera, dettata in latino e che a noi sembra la più sibillina, non solo nelle allusioni ma forse ancora nei nomi, fra quante poterono trarsene da cotesta fonte Morneiana, porta anch’essa la problematica indicazione: De M. Carol. Pauli.