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lettere di fra paolo sarpi. 205

al mio ritorno; e porrò all’opera tutto l’impegno di cui essa è meritevole.

Sento vociferarsi che in breve partirà di qua un legato per l’Inghilterra, e saluterà i nostri nel suo passaggio. Faccia Dio che si avveri. Le altre cose Ella saprà dal Marbaudo.

Scrivono ancora che lo Stasio siesi da Praga trasferito a Vienna; e che il Geinero, prefetto di Favarino, in quanto al ministro discacciato, abbia chiesto, come espiazione del fatto, il richiamo di esso ministro. Il re a questo non dà risposta; che anzi, per nuovo programma affisso in pubblico, annullati i suoi precedenti, minaccia gli Austriaci di proscrizione, se persistendo nella loro caparbietà, ricuseranno di obbedire. Sto in forse, e comincio a sospendere il mio giudizio, quanto all’anticata simulazione, alla quale ho sempre creduto e che i nostri credono ancora. Dicono invece, o che costui preferisce la superstizione al regno, o che già trovasi troppo vecchio perchè imparar possa a regnare. Le mando la lettera a lui diretta dai Sassoni, non sapendo s’Ell’abbia fin qui potuto vederla. Stia sana, e mi ami siccome pieno d’osservanza e di stima.

14 febbraio, 1609.




LX. — A Giacomo Leschassier.1


Questa serenissima Repubblica non ha tant’animo, eccellentissimo signore, da dimandare che il dritto d’elezione ritorni a’ monaci; comecchè sarebbe


  1. Edita in latino, tra le Opere dell’autore, a pag. 49.