Lettere (Machiavelli)/Lettera XVI a Francesco Vettori
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Io non voglio lasciare indreto di darvi notizia del modo del procedere del magnifico Lorenzo, che è suto infino ad qui di qualità, che gli ha ripieno di buona speranza tutta questa città; et pare che ciascuno cominci ad riconoscere in lui la felice memoria del suo avolo. Perché sua M.tia è sollecita alle facciende, liberale et grato nella audienza, tardo et grave nelle risposte. El modo del suo conversare è di sorte, che si parte dagli altri tanto, che non vi si riconosce drento superbia; né si mescola in modo, che per troppa familiarità generi poca reputatione. Con e giovani suoi equali tiene tale stilo, che non gli aliena da sé, né anche dà loro animo di fare alcuna giovinile insolentia. Fassi in summa et amare et reverire, più tosto che temere; il che quanto è più difficile ad observare, tanto è più laudabile in lui.
L'ordine della sua casa è tosi ordinato, che anchora vi si veggha assai magnificenza et liberalità, nondimeno non si parte da la vita civile; talmente che in tucti e progressi suoi extrinseci et intrinseci non vi si vede cosa che offenda, o che sia reprensibile; di che ciascuno pare ne resti contentissimo. Et benché io sappia che da molti intenderete questo medesimo, mi è parso di scrivervelo, perché col testimone mio ne prendiate quel piacere che ne prendiamo tutti noi altri, e quali continuamente l'observiamo, et possiate, quando ne habbiate occasione, farne fede per mia parte alla santità di Nostro Signore.