Lettere (Filippo Sassetti)/Lettera X

Lettera X

../Lettera IX ../Lettera XI IncludiIntestazione 30 agosto 2008 75% Lettere

Lettera IX Lettera XI


X.

Al medesimo


Molt’Ill. ed Eccell, Sig. Mio Osserv.


L’Anno passato scrissi a S.E. l’arrivo mio in queste parti con quel poco, che in poco tempo mi sovvenne. Vennero dipoi le navi di Portogallo, e con esse ricevei la cara Lettera di VS. piena di molto contento per me, e d’allegrezza per la buona nuova datami del figlio maschio, che le era nato, che certo in tanta necessità è stata grazia particolare, della quale, dipoi da Dio nostro Signore, la casa sua le ha da avere obbligo singolarissimo, giacchè era cosa ridotta in due, l’uno de’ quali, e dal quale più si sperava, non ha ancora trovato il verso di aiutarla. Ora il principio è buono, e se il mezzo, e il fine corrisponderanno, diventerà ottimo, e giacchè si sta un anno dall’une lettere all’altre, non sarà molto, che con ogni mano io abbia questa satisfazione. Io non mandai niente l’anno passato a VS. di quei suoi danari, che io portai meco, perchè mandarle o un diamante, o un rubino, che se ne trova costà più che quà, e vi sono a miglior derrata, era un dare nell’ordinario. Non venne l’anno passato la nave della Cina, non so perchè, donde mancarono tutte le galanterìe, che costoro domandano. Bensì aspettansene quest’anno sino a quattro, e di ragione ci sarà il comodo di mandare qualche cosa vaga. Le Porcellane ci sono mancate in modo, che non se ne trovano da comperare per servizio di casa; se verranno queste navi, che Dio le conduca (hovvi sopra certi pochi miei danari) ci sarà d’ogni cosa da servire gli amici, e i padroni. Le nuove datemi del Sig. Pietro Vettori nostro sono conforme all’età sua più che al bisogno universale, che per questo rispetto bene intendiamo quanto e’ dovrebbe vivere; trovomi avere mancato seco da un pezzo in quà essendo stato senza scrivergli. Follo adesso molto dubbio, se io avrò questa satisfazione, che la lettera gli pervenga nelle mani, il soggetto della quale sono cose di queste parti, le quali non mancano di dare altrui molto che considerare, e se vi si avesse comodità, e tempo di poter vedere ogni cosa particolarmente, sarebbe un gusto infinito, e si ritroverebbero le reliquie sparse in tutto quest’Oriente d’ogni costume antico; ma l’avere a combattere con fiere inumane, e silvestri, e con li nostri medesimi, che non amano, che ritornino a luce la più parte di queste cose, fa che altri si patisca la voglia d’infiniti diletti. Mando la lettera a VS. la quale o le farà comune, o farà sua, onde io non replicherò le cose medesime. VS. mi scuserà dell’esser breve, e vedrà in quello, che io posso servirla. Il Sig. Giovanni Buondelmonti nostro, che di parere comune se ne viene da’ suoi, darà nuove particolari a VS. dell’esser mio, e di molte altre cose, delle quali egli va informato a pieno. Nostro Signore dia a VS. quanto ella desidera, e la guardi.


Di Coccino a’ 27. di Gennaio 1585.

Di VS. affezionatis. servit.

Filippo Sassetti.