Lettere (Campanella)/XCVI. A Cassiano del Pozzo

XCVI. A Cassiano del Pozzo

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XCVI. A Cassiano del Pozzo
XCV. Al medesimo XCVII. A monsignor Francesco Ingoli

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XCVI

A Cassiano del Pozzo

Supplica che i Barberini non prestino ascolto a’ suoi emuli, a’ quali rinfaccia le loro opere che, come presto si vedrá in istainpa, svergognano la cristianitá, mentre le sue sono state approvate in Roma ed han fatto gran frutto; e in fine minaccia il padre Mostro, se questa volta non gli restituirá il suo libro.

Ringrazio Vostra Signoria illustrissima del pensiero che tiene di me servo suo, e piú di quel che fa per monsignor de Peresc, degno d’eterna gloria.

Io séquito la stampa dedicata al re ed al Cardinal Duca con gusto di tutti ed approbazion di tutti. Potea far di meno il padre Mostro e ’l padre generale di metter zizanie tra casa Barberina e questi signori, mentre scrive a nunzi che quantunque la Sorbona e ’l Cardinal Duca, miei giudici, approbino i libri miei anche approbati in Roma, non li lascino correre, e voi esser tenuto per francese, e mette li nunci in sospetto contra questi signori che fosser ignoranti o eretici chi non conoscono gli errori né san correggere. Deveriano omai veder li padroni che li libri miei non fecero scandali ma frutto grande, come lo scrivo adesso alla santa congregazione de propaganda; e che quelli de’ persecutori svergognano la cristianitá, e presto si vedrá in stampa. Di grazia, Vostra Signoria illustrissima procuri che questi signori tacciano e non credano a’ miei emoli, e che il padre Mostro mi renda il mio libro — lui non m’ha scritto né risposto. Io mi difenderò con poco suo gusto, se questa volta non lo manda: la prego a quanto [p. 335 modifica]possa che faccia questo giontamente col conte di Castelvillano, perché non abbia piú scusa.

Resto al suo comando e li prego da Dio ogni contento.

 Parigi, 9 ottobre 1635.

Di V. S. illustrissima
servitore affezionatissimo
Fra Tomaso Campanella.


All’illustrissimo signor Cassiano del Pozzo,
     cavalier e filosofo, padrone osservandissimo,
          Roma, appresso l’eminentissimo Barberino.