Lettere (Campanella)/LXXXI. Ad Urbano VIII
Questo testo è completo. |
◄ | LXXX. A monsignor Niccolò Claudio Fabri di Peiresc | LXXXII. Al medesimo | ► |
LXXXI
Ad Urbano VIII
Chiede la grazia che non si permetta al Mostro ed al Ridolfi
di continuare a fargli de’ torti.
Fui forzato scriverle l’inclusa. Pazienza se è lunga, ma necessaria a chi governa. Quel ch’io dico e fo per la gloria di Vostra Beatitudine ed utilitá de’ suoi, il tempo, gli effetti e gli altrui avvisi lo diranno. Il padre Marini a cui scrissi, dirá a Vostra Beatitudine quel che cerco per giustizia. Scrissi anche al conte di Castelvillano ed all’eminentissimo protettore. Di grazia, supplico per la sua salute, cara a tutti buoni, non mi lasci continuar li torti fattimi dal Mostro e dal padre generale.
Baciando li santi piedi resto pregando l’Altissimo incessabiliter, e tutto Parigi sallo, per la vita e gloria di Vostra Beatitudine.
Parigi, 9 aprile 1635.
Servo perpetuo fedelissimo |