Lettere (Andreini)/Lettera XLVIII

XLVIII. Della Volontà.

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Della Volontà.


H
Ò inteso, che V. Signoria fieramente s’è adirata meco, e che hà giurato di non voler più concedermi la gratia sua, perche le è stato detto, ch’io mi son dichiarato amante della Signora N. ilche non nego; ma può egli essere, che V. Signoria che in amore è così accorta, non sappia, che perch’io sia innamorato d’altra donna, non perciò mi si toglie l’esser (com’io sono) innamorato ancor di lei? Non sà ella, che la volontà dell’huomo è libera, e che può voler quel, ch’ella vuole? dunque ne segue, che si possa, volendo, in un medesimo tempo amar più d’una; nè le paia strano l’inteder questo, perche gli amanti sono sciolti da tutte le qualità humane, per antico privilegio d’Amore, e molte cose in lor si trovano, che negli altri non sono; oltre di ciò io sò, ch’ella molto meglio di me sà, che ’l bello, e ’l buono si convertono talmente, che sono una cosa medesima. Chi vede, e conosce alcuna cosa bella giudicandola buona, è costretto à desiderarla, & amore non è altro che desiderio di bello, dunque chi vede e conosce molte donne belle, le desidera, e conseguentemente le ama, dunque in un medesimo tempo si può amar più d’una. Più oltre. La bellezza è fondamento, e cagion d’amore, la bellezza può in molte ritrovarsi, & esser da un solo conosciuta, dunque da un solo in un medesimo tempo si possono più belle amare, perche sempre, che si

[p. 51r modifica]moltiplicano le cagioni, si moltiplicano ancor gli effetti. Si vede per chiara esperienza, che ’l Sol è uno, e da splendore à tutto ’l Mondo. Amor è un solo, & arde tutti i cuori; dunque, perche non poss’io seguace d’Amore amar più d’una? sarò io forse il primo, ch’abbia ciò fatto? certo nò. Poiche molti Poeti amanti si son compiacciuti di lasciar scritto d’haver portato due fiamme nel cuore in un sol tempo. Quetatevi dunque Signora mia, e piacciavi di credere, che bench’io ami un’altra, non mi rimango d’amar voi.