Leonardo prosatore/Novellette e bizzarrie/Tra morditori
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Novellette e bizzarrie - Di un dormiglione | Novellette e bizzarrie - Abbozzo di caricatura | ► |
Tra morditori. — Uno vede una grande spada allato a un altro, e dice: — O poverello! ell’è gran tempo ch’io t’ho veduto legato a questa arme: perchè non ti disleghi, avendo le mani disciolte e possiedi libertà? — Al quale costui rispose: — Questa è cosa non tua, anzi è vecchia. — Questi, sentendosi mordere, rispose: — Io ti conosco sapere sì poche cose in questo mondo, ch’io credevo che ogni divulgata cosa a te fussi per nova.
Uno disputando, e vantandosi di saper fare molti varî e belli giochi, un altro de’ circostanti disse: — Io so fare uno gioco, il quale farà trarre le brache a chi a me parrà. — Il primo vantatore, trovandosi sanza brache: — Che no, disse, che a me non le farai trarre! E vadane un paro di calze. — Il proponitore d’esso gioco, accettato lo ’nvito, improntò1 più para di brache, e trassele nel volto al mettitore delle calze, e vinse il pegno.
Uno disse a un suo conoscente: — Tu hai tutti li occhi trasmutati in istrano colore. — Quello li rispose intervenirli spesso: — Ma tu non ci hai posto cura. — E quando ti addivien questo? — Rispose l’altro: — Ogni volta ch’e mia occhi veggono il tuo viso strano, per la violenza ricevuta da sì gran dispiacere, s’impallidiscono, e mutano in istrano colore.
Uno disse che in suo paese nasceva le più strane cose del mondo. L’altro rispose: — Tu che vi se’ nato, confermi ciò esser vero, per la stranezza della tua brutta presenza.
Note
- ↑ Si procacciò.