Leggenda eterna/Risveglio/La cometa di Tempel
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LA COMETA DI TEMPEL.
O scapigliata erinni, che incontro pei campi stellati
ci vieni, l’infocata chioma protesa ai venti;
sai tu, stolta, sai forse qual mondo minacci, qual grande
miracolo, qual patria di giganti? per secoli
e secoli, il pensiero piegando all’assidua fatica
della ricerca, avremmo portentose parole
strappate al vero invano? e invano sospinto fin oltre
le tenebre terrene lo avremmo, incontro ai lampi
della mèta superba, cui l’anima nostra indovina —
(l’anima irrequieta, l’anima impaziente) —
fia che assorga?... T’è angusta carriera lo spazio infinito
che la via nostra, o cieca gorgone, ci attraversi? —
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Ridono alla querela dei piccoli umani nell’alto
di un gran riso di luce le legioni dei mondi;
ride la rossa erinni che scote la chioma, e procede
incontro a uno scuro atomo che divampa e scompare.