Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 4

Capitolo 4

Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 3 Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Capitolo 5 IncludiIntestazione 23 gennaio 2010 50% Biografie

Capitolo 3 Capitolo 5


Cap. IIII. Del fare le volte di getto, che vengano intagliate; quando si disarmino, e d’impastar lo stucco.

Quando le mura son arrivate al termine che le volte s’abbino a voltare o di mattoni o di tufi o di spugna, bisogna sopra l’armadura de’ correnti o piane voltare di tavole in cerchio serrato, che commettino secondo la forma della volta, o a schifo; e l’armadura della volta, in quel modo che si vuole, con buonissimi puntelli fermare, che la materia di sopra del peso non la sforzi; e da poi saldissimamente turare ogni pertugio nel mezzo, ne’ cantoni, e per tutto con terra, acciò che la mistura non coli sotto, quando si getta. E così armata, sopra quel piano di tavole si fanno casse di legno che in contrario siano lavorate: dov’è un cavo, rilievo; e così le cornici e i membri che far ci vogliamo, siano in contrario; acciò, quando la materia si getta, venga, dov’è cavo, di rilievo, e dove è rilievo, cavo; e così similmente vogliono essere tutti i membri delle cornici al contrario scorniciati. Se si vuol fare pulita o intagliata, medesimamente è necessario aver forme di legno che formino di terra le cose intagliate in cavo, e si faccin d’essa terra le piastre quadre di tali intagli, e quelle si commettino l’una all’altra su’ piani o gola o fregi, che far si vogliano diritto per quella armadura. E finita di coprir tutta degli intagli di terra formati in cavo e commessi, già di sopra detti, si debbe poi pigliare la calce con pozzolana o rena vagliata sottile, stemperata, liquida et alquanto grassa, e di quella fare egualmente una incrostatura per tutte, finché tutte le forme sian piene. Et appresso sopra coi mattoni far la volta, alzando quegli et abbassando, secondo che la volta gira, e di continuo si conduca con essi crescendo, sino ch’ella sia serrata. E finita tal cosa, si debbe poi lasciare far presa e assodare, finché tale opra sia ferma e secca. E da poi, quando i puntelli si levano, e la volta si disarma, facilmente la terra si leva e tutta l’opera resta intagliata e lavorata, come se di stucco fosse condotta; e quelle parti che non son venute, si vanno con lo stucco ristaurando, tanto che si riducano a fine. E così si sono condotte negli edifici antichi tutte l’opre, le quali hanno poi di stucco lavorate sopra a quelle. Così hanno ancora oggi fatto i moderni nelle volte di San Pietro, e molti altri maestri per tutta Italia. Ora, volendo mostrare come lo stucco s’impasti, si fa con un edificio in uno mortaio di pietra pestare la scaglia di marmo; né si toglie per quell’altro che la calce che sia bianca, fatta o di scaglia di marmo o di trevertino; et in cambio di rena si piglia il marmo pesto e si staccia sottilmente ed impastasi con la calce, mettendo due terzi calce et un terzo marmo pesto, e se ne fa del più grosso e sottile, secondo che si vuol lavorare grossamente o sottilmente. E degli stucchi ci basti or questo, perché il restante si dirà poi, dove si tratterà del mettergli in opra tra le cose della scultura. Alla quale prima che noi passiamo, diremo brevemente delle fontane che si fanno per le mura, e degli ornamenti varii di quelle.