Le scorregge da naso e da orecchie

Giuseppe Gioachino Belli

1831 Indice:Sonetti romaneschi VI.djvu sonetti letteratura Le scorregge da naso e da orecchie Intestazione 19 maggio 2024 75% Da definire

Indovinela grillo Le scorregge da naso solo
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti dal 1828 al 1847

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LE SCORREGGE1 DA NASO E DA ORECCHIE.

     Nun ce pijjate un c....2 pe’ sta tossa,
Che vve sfiata le canne all’orghenetto?
Pe’ ccarità, che ssi vve passa in petto,
La bbava ggialla se pò ttiggne rossa!

     Povera sor’Usebbia! Un’antra sbiòssa,3
Che vve sturi, Dio guardi, er cuccometto,
Nun ze4 pò mmai sapé, vve s’empie er letto
D’inguento cavarcato a la disdossa.5

     Bbasta, si ccaso ve scappassi un raschio
Senza liscenza delli suprïori,
Fa bbene er latte de l’u...... maschio.

     Anzi a mmé mm’è vvienuto oggi de fòri
Un lavativo, ch’è capace, caschio!,6
De schizzàvvelo inzino all’interiori.

                              15Co’ questi arifreddori
Nun z’ha da perde tempo, Usebbia mia:
Bisogna dajje di... e ttirà vvia.

Terni, 5 ottobre 1831.

Note

  1. Peti.
  2. Nulla.
  3. Una specie di spellicciatura rotta ecc. [Impelliccià e impellicciatura in romanesco e in umbro, significano: “impiallacciare„ e “impiallacciatura.„ Pare dunque che il vocabolo sbiòssa, che nel sonetto: Er mal de petto, 13 mar. 37, il Belli usa e spiega nel senso di “furia di morbo,„ propriamente significhi: “il rompersi rumoroso dell’impiallacciatura in un mobile;„ e quindi equivalga a smossa, a “scossa,„ ecc.]
  4. Si.
  5. [Cavalcato a bisdosso.]
  6. Interiezione.