Le rime volgari/VI. Sonetti

VI. Sonetti

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V. Regola da piantare et conservar melaranci

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VI

Sonetti.

I. Alla Vergine.

     I dolci figli, il prezioso onore,
l’amata donna, l’aurea libertade,
il breve tempo, la robusta etade,
i grati libri e del mio studio il fiore:
     di grazia l’uso, d’ingegno il vigore,
l’integre forze, l’alma sanitade,
il car fratel, l’angusta facultade,
i lieti amici, ’l gaudio del mio core:
     tutto in un punto m’ha levato e tolto
di sì lunga prigion mia crudel sorte,
et ha in sospiri e in pianti e in dolor vòlto.
     Dubbio è il desio fra libertade e morte;
la spene agghiaccia ormai ’l suo seren volto.
Pietosa Madre, prego mi conforte!
     

II. Ad una gentil donna.

     Quell’alto spirto e quel regal concetto,
quella natural fiamma generosa
tener sua nobiltá non può nascosa
nel magnanimo santo tuo bel petto.
     Or ecco hai remirato il tuo subietto,
benigna, umana, signoril, pietosa:
a l’affannata mente alcuna posa
tuo grato dono ha dato e alcun diletto.

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