Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XLVIII

Sonetto XLVII Canzone XV

[p. 51 modifica]

SONETTO XLVIII.


P
Adre del ciel, dopo i perduti giorni,

     Dopo le notti vaneggiando spese,
     Con quel fero desio ch’al cor s’accese,
     4Mirando gli atti per mio mal sì adorni;
Piacciati omai col tuo lume ch’io torni
     Ad altra vita, ed a più belle imprese;
     Sì, ch’avendo le reti indarno tese,
     8Il mio duro avversario se ne scorni.
Or volge, Signor mio, l’undecim'anno
     Ch’i’ fui sommesso al dispietato giogo;
     11Che sopra i più soggetti è più feroce.
Miserere del mio non degno affanno:
     Reduci i pensier’ vaghi a miglior luogo:
     14Ramenta lor, come oggi fosti in Croce.