Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto XLV
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Sonetto XLV
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SONETTO XLV.
L
A guancia, che fu già piangendo stanca, Riposate su l’un, signor mio caro;
E siate ormai di voi stesso più avaro
4A quel crudel che suoi seguaci imbianca:
Coll’altro richiudete da man manca
La strada a’ messi suoi, ch’indi passaro,
Mostrandovi un d’Agosto, e di Gennaro;
8Perch’a la lunga via tempo ne manca:
E col terzo bevete un suco d’erba;
Che purghe ogni pensier che ’l cor' afflige;
11Dolce alla fine, e nel principio acerba:
Me riponete ove ’l piacer si serba,
Tal, ch’i’ non tema del nocchier di Stige;
14Se la preghiera mia non è superba.