Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXXII
Questo testo è incompleto. |
Sonetto CXXII
◄ | Sonetto CXXI | Sonetto CXXIII | ► |
SONETTO CXXII.
N
On fur mai Giove, e Cesare sì mossi, A fulminar colui, questo a ferire,
Che pietà non avesse spente l’ire,
4E lor dell’usat'arme ambeduo scossi.
Piangea Madonna; e ’l mio Signor, ch’i’ fossi,
Volse, a vederla, e suoi lamenti a udire;
Per colmarmi di doglia, e di desire,
8E ricercarmi le midolle, e gli ossi.
Quel dolce pianto mi dipinse Amore,
Anzi scolpìo, e que’ detti soavi
11Mi scrisse entr'un diamante in mezzo ’l core;
Ove con salde, ed ingegnose chiavi
Ancor torna sovente a trarne fore
14Lagrime rare, e sospir lunghi e gravi.