Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CXII
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Sonetto CXII
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SONETTO CXII.
N
É così bello il Sol già mai levarsi, Quando ’l ciel fosse più di nebbia scarco;
Nè dopo pioggia vidi ’l celeste arco
4Per l’aere in color tanti variarsi;
In quanti fiammeggiando trasformarsi
Nel dì ch’io presi l’amoroso incarco,
Quel viso al qual' (e son nel mio dir parco)
8Nulla cosa mortal pote agguagliarsi.
I’ vidi Amor, ch'e begli occhi volgea
Soave sì, ch’ogni altra vista oscura
11Da indi in qua m’incominciò apparere.
Sennuccio, il vidi, e l’arco che tendea,
Tal, che mia vita poi non fu secura,
14Ed è sì vaga ancor del rivedere.