Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CLVIII

Sonetto CLVII Sonetto CLIX

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SONETTO CLVIII.


S
Iccome eterna vita è veder Dio,

     Nè più si brama, nè bramar più lice;
     Così me, Donna, il voi veder, felice
     4Fa in questo breve, e frale viver mio.
Nè voi stessa, com’or, bella vid’io
     Giammai; se vero al cor l’occhio ridice;
     Dolce del mio pensier' ora beatrice;
     8Che vince ogni alta speme, ogni desio.
E se non fosse il suo fuggir sì ratto,
     Più non dimanderei: che s’alcun vive
     11Sol d’odore, e tal fama fede acquista;
Alcun d’acqua, o di foco il gusto, e ’l tatto
     Acquetan, cose d’ogni dolzor prive;
     14I’ perchè non della vostr'alma vista?