Le rime di M. Francesco Petrarca/Sonetto CCLXXXVI

Sonetto CCLXXXV Canzone XLV

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SONETTO CCLXXXVI.


Q
Uel vago, dolce, caro, honesto sguardo

     Dir parea: - To’ di me quel che tu pôi,
     Chè mai più qui non mi vedrai da poi
     4Ch’avrai quinci il pe’ mosso, a mover tardo. -
Intellecto veloce più che pardo,
     Pigro in antivedere i dolor’ tuoi,
     Come non vedestù nelli occhi suoi
     8Quel che ved’ora, ond’io mi struggo et ardo?
Taciti sfavillando oltra lor modo,
     Dicean: - O lumi amici che gran tempo
     11Con tal dolcezza feste di noi specchi,
Il ciel n’aspetta: a voi parrà per tempo;
     Ma chi ne strinse qui, dissolve il nodo,
     14E ’l vostro per farv’ira, vuol che ’nvecchi. -