Le rime della Selva/Parte prima/La vela
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LA VELA.
Co’ miei pensieri più tristi
Ho contessuto una tela,
E poi n’ho fatto una vela
4Pei mari che non ho visti.
La vela è lugubre e nera,
Ma ha la forma d’un’ala,
E dietro al sole che cala
8Trae la mia barca leggiera.
Leggiera e fragile barca,
Che per sì piccolo peso
Qual è un poeta disteso,
12Non si può dir che sia carca.
Vien da recondita plaga
Un lieve soffio di vento,
E sopra l’acque d’argento,
16Diffuso spirito, vaga.
Il sole che indarno nacque,
Il sole che indarno muore,
Versa un cruento fulgore
20Sopra il silenzio dell’acque.
Che mare è questo? Si stende
Senza confini, deserto,
Come l’incognito, incerto
24Mare d’antiche leggende.
Che cielo è questo? Di lume
V’arde una lenta agonia,
Come d’un cielo ove stia
28Morendo l’ultimo nume.
Via per l’intermine piano
La negra vela mi tragge,
Lontan da porti e da piagge,
32Ancora, ancor più lontano.
Verso l’occulto soggiorno
Da cui nessuno risponde:
L’Elisio o l’Erebo, donde
36Nessuno mai fa ritorno.