Le rime della Selva/Parte prima/La fata

Parte prima - La fata

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LA FATA.


 
Un idillio che a Mosco
     Non venne in mente mai:1
     Stamattina trovai
     4Una fata nel bosco.

Laggiù, tra valle e monte,
     Ove, da un antro scuro,
     Si sprigiona il più puro,
     8Il più gelido fonte.

Proprio una fata. Oh, come
     Bella, fresca e pulita!
     Vestita, oh Dio, vestita
     12Solo delle sue chiome.

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Di quelle chiome d’oro
     Che ai venti ell’abbandona,
     E non voglion corona
     16Nè d’oro nè d’alloro.

Sull’orlo era seduta
     Della fonte gioconda;
     Si specchiava nell’onda
     20E sorrideva muta;

Intanto che, nascoso
     Tra ’l verde, un usignuolo
     Gorgheggiava un a solo
     24Molto melodïoso.

Quando le fui vicino,
     Si volse all’improvviso
     E mi guardò nel viso
     28Con un atto divino.

D’esser nuda parea
     Non sapesse nemmeno,
     Così schietto e sereno
     32Il bel volto ridea

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Io rimasi perplesso,
     Non sapendo che dire,
     Da tema e da desire
     36Punto in un tempo stesso.

Alfine, in un abete
     Gli occhi tenendo fissi,
     Mia signora, le dissi,
     40Ho tanta, tanta sete.

Questi sommessi e piani
     Detti le porsi, ed ella
     Fe’ delle man giumella
     44(Oh, quelle bianche mani,

Così sottili e lievi!
     Oh, coppa monda e rara!)
     Colse dell’acqua chiara,
     48E poi mi disse: Bevi.

Ed io, riconoscente
     Pel ben che mi profferse,
     Da quelle mani terse
     52Bevvi golosamente.

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E adesso che la rima
     Mi ci fa ripensare,
     Adesso, anime care,
     56Ho più sete di prima.


Note

  1. E neanche a Bione, e neanche a Teocrito.