Le rime della Selva/Parte prima/Dopo venticinque anni

Parte prima - Dopo venticinque anni

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DOPO VENTICINQUE ANNI.


 
In questa selva folta,
     Che al vento ondeggia e freme,
     N’era dolce, una volta,
     4Di gir vagando insieme,

E di smarrirci, come
     Gl’innamorati fanno: —
     Del pentimento il nome
     8Ignoravamo e il danno. —

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In quel tempo beato
     Era nostra ogni cosa:
     Per noi la selva e il prato
     12E la spiga e la rosa;

Per noi soli il giocondo
     Verso degli usignuoli;
     Per noi la vita. Al mondo
     16C’eravam noi due soli.

Come fuggivan l’ore
     In quell’incantamento!...
     Adesso è lento il core,
     20E il tempo anche più lento. —

O solitario bosco,
     Che sali agli erti gioghi,
     Io tutti riconosco
     24Di mia ventura i luoghi.

Ogni tronco, ogni rivo,
     E i sassi, e le sorgenti,
     Pajono dir: Sei vivo?
     28Pajono dir: Rammenti?

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Se rammento!? Sicura
     E semplice è la storia:
     E poi Madre Natura
     32Mi diè buona memoria.

Se son vivo!?... Mi sembra:
     Ma forse un sogno plasma
     Queste che pajon membra;
     36Forse io sono un fantasma.

Sia pure. O vivo o morto,
     Che fa? Dura il tormento,
     Se il piacere fu corto;
     40E troppo ben rammento.

All’ombra di quel pino,
     Che s’innalza sublime,
     Ella pianse un mattino
     44Al suon delle mie rime.

Pianse (la vedo ancora!)
     Teneramente. Oh, lieti,
     Oh, cari affanni! Allora
     48Ella amava i poeti.

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Là, dove son le frante
     Rupi al salire inciampo,
     Ella con man tremante
     52Mi porse un fior di campo.

Un fior più che vermiglio,
     Un fiore sanguinoso,
     Ch’avea strappato al ciglio
     56D’un borratel sassoso.

Ed io tuttor conservo
     Quel fiore inaridito
     Tra i fogli d’un protervo
     60Libricciuol proibito.

Qui le sostenni il passo;
     Qui le fui scudo al petto:
     Ivi al bel corpo lasso
     64Feci tra l’erbe un letto.

Su quel masso travolto,
     Sotto quel curvo ramo,
     Trascolorata in volto,
     68Ella mi disse: T’amo!

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Colà, dove quel fonte
     Sgorga chiaro e sonoro,
     Chinò l’altera fronte,
     72E mormorò: T’adoro!

E qui, dove si perde
     Nel querceto ogni via,
     Su questo balzo verde,
     76Qui, sotto il sol, fu mia.

Fu mia!... Tempi lontani! —
     Fu. — Troppe cose anch’esse
     Furono. — Sogni vani!
     80Menzognere promesse!

Ora qua ’ntorno sperso
     Vommi aggirando e solo,
     E torturando il verso
     84Inganno il tempo e il duolo.

Questo d’amore il frutto!
     Questo alla tarda e greve
     Stagione il premio! — Tutto
     88Ciò che finisce è breve.

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O caro bosco, addio!
     All’ombre tue quassù
     Altri verrà, non io:
     92Non mi vedrai mai più.

Rifrustare il passato
     È un misero conforto:
     Quello ch’è stato è stato;
     96Quello ch’è morto è morto.