Le rime della Selva/Parte prima/Dopo una festa
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DOPO UNA FESTA.
La festa fu bella e quale
Soddisfa un uom di cervello;
Ma soprattutto fu bello
4Quel gran fuoco artificiale.
Ah, bello, bello davvero!
Che sgominio di splendori,
Che sfolgorio di colori,
8Sotto il cielo nero nero!
Gazzarre di soli, e piogge
Che venian giù lemme lemme,
D’oro colato e di gemme,
12Verdi, azzurre, gialle, rogge.
E ancora fiori di foco,
Simili a candidi gigli,
A garofani vermigli
16Ed alle spighe del croco;
I quali a gara, dal colle,
Ergean su lucidi steli
Nella grand’ombra de’ cieli
20Le scintillanti corolle.
Ah, bello, bello da senno!
Troppo più bello di quanto
Possa mostrare il mio canto,
24O, per dir meglio, il mio cenno.
La gente stava a guardare
Come intontita, e più d’uno
Scordava d’esser digiuno
28Dall’ora del desinare;
Cioè (se a qualche dottore
Parrà fandonia o bugia,
Ovver calunnia, tal sia),
32Cioè da quasi due ore.
Da ultimo le colline
S’accesero in una gala
Di bei fuochi del Bengala,
36E fu, pur troppo, la fine.
E di così bella e varia
Festa or non altro rimane
Che un bujo muto ed inane
40E un tristo odore nell’aria.