Le rime della Selva/Parte prima/Al novo giorno
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AL NOVO GIORNO.
O novo giorno che schiari
Là ’n fondo il ciel, ti saluto;
Ma non ti do il benvenuto
4Che s’usa dare a’ tuoi pari,
E che gli uccelli del bosco
Ti danno in loro linguaggio,
Quando col primo tuo raggio
8Fai tremolar l’aer fosco.
Il benvenuto non posso,
Non posso dartelo, come
Fanno, per dir qualche nome,
12Lo sgricciolo e il pettirosso.
Ti darò più volentieri
Il benandato, a quel modo
Che, dopo il solito approdo,
16Lo detti al giorno di ieri;
E lo darò, se Dio vuole,
Al giorno ancor di domani,
Poi che ne’ cieli lontani
20Sarà dileguato il sole.
Gran cosa strana, chi bene
Ci abbia su meditato!
Appena un giorno è passato,
24Ecco che un altro ne viene;
E poi un altro ed un altro
Ancora, in processïone....
Se alcun ne sa la ragione,
28Quel tale è di me più scaltro.
O luce crepuscolare,
O novo e pallido giorno,
Che vieni a fare qua ’ntorno,
32Se non c’è nulla da fare?
Nulla da fare, m’intendo,
Che meriti d’esser fatto,
E che mi valga, al baratto,
36Quel tanto almen ch’io vi spendo.
O novo giorno che spunti
Con un bagliore d’orpello;
O novo giorno, fratello
40Di tanti giorni defunti;
Non fare troppo apparecchio
In isgusciare dall’ovo,
Perchè, se ora sei novo,
44Stasera poi sarai vecchio.
Vecchio e finito. — Dio buono!
Chi è che sa dirmi al vero
Ov’abbian lor cimitero
48I giorni che più non sono?