Le poesie religiose (1895)/Conforto

Conforto

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CONFORTO





S’io precipiti o poggi
     Per l’alta ombra non so:
So che com’ieri ed oggi
     4Devoto al Ver vivrò.

Chiede la terra ignara:
     Figlio, che vuoi da me?
Fuor che una fredda bara,
     8Nulla offrir posso a te.

Madre, il tuo freddo ostello
     Il mio crogiuol sarà:
L’anima mia novello
     12Stato e sembiante avrà.

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D’eterni stami ordita
     La rivedrai nuotar
Dell’inesausta vita
     16Nel fortunoso mar.

Per le raggianti rive
     Dell’isole del ciel,
Tutto che sente e vive,
     20O madre, è mio fratel.

Le stelle al mio passaggio
     Bisbigliano fra lor:
Il nostro etereo raggio
     24Splende a costui nel cor.

Per te, mi dice il sole,
     Sempre al meriggio è il dì:
Vivi, o miglior mia prole;
     28Ama, il tuo regno è qui.

O legge alta, o misura
     Dell’essere immortal.
Nume della Natura,
     32Indomito Ideal;

O amor dell’universo,
     Luce onde tutto è pien,
Come ch’io sia disperso,
     36T’accorrò sempre in sen.

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Sento nel cor profondo.
     Ch’io son del tempo il re:
In me palpita il mondo:
     40Si specchia Iside in me.