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Gaio Valerio Catullo - Poesie (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1889)
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Mentre giocherellavi, Giovenzio inzuccherato,
     Un bacio, dell’ambrosia più dolce, io t’ho rubato.

Non l’avessi mai fatto! Per più d’un’ora in croce
     Mi tenesti confitto ad un supplizio atroce.

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5Ti chiesi invan perdono, fu inutile il mio pianto:
     Non potei la tua collera diminuire alquanto.

Cattivo! Non appena ti baciai, con le dita
     Ti sei tutta la bocca risciacquata e pulita,

Perchè del mio contatto non ti restasse traccia,
    10Come se sbaveggiato d’una sozza donnaccia.

Poi gettandomi in preda allo sdegno d’amore,
     Non lasciasti alcun modo di trafiggermi il core;

Tanto che quel tuo bacio più dell’ambrosia caro,
Più dell`amaro elleboro m’è diventato amaro.

15Oh, giacchè tale infliggere pena all’amor ti piaci,
    Non temere, Giovenzio, non ti darò più baci.