Le piacevoli notti (1927)/Notte sesta

Notte sesta

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Prefazione Notte sesta - Favola prima

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Comincia il libro secondo delle favole ed enimmi
di messer Giovanprancesco Straparola da Caravaggio,
intitolato Le Piacevoli Notti.

NOTTE SESTA

Le tenebre della scura notte già da ogni parte si dimostravano, e le dorate stelle per lo spazioso cielo non davano piú il loro lume, ed Eolo correndo sopra le salse onde con grandissimo soffiamento non solamente faceva grossissimo il mare, ma ancora a’ naviganti era molto contrario, quando la bella e fida compagnia, sprezzato ogni sforzevole vento e gonfiamento di mare e duro freddo, all’usato luoco si ridusse; e fatta primieramente la debita riverenza alla signora, ciascuno nella sua sedia si pose a sedere. Indi la signora comandò il vaso aureo le fusse portato; e postovi dentro di cinque damigelle il nome, il primo che uscí fuori di Alteria fu il nome: il secondo, di Arianna: il terzo, di Cateruzza: il quarto, di Lauretta: il quinto, di Eritrea. Poscia la signora impose che tutte cinque una canzonetta cantassero; le quali al lei comandamento ubidientissime, in tal guisa soavemente cantarono.

     S’a’ bei principi, amor, di fede armati,
corrispondesse con madonna il fine,
unqua il tuo col suo nome arrebbe fine.

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     Ma penso, ahimè, che ’n lei la tua possanza
non è di tal valor, che stringa il freno
a l’alto suoi pensier d’onestà pieno;
ch’assai mi dà desir piú che speranza:
anzi veggio ne’ bei modi temprati
quasi molesta farsi in te fortuna,
si che ’l suo nome vive, il tuo s’imbruna.

Finita che fu la vaga e dilettevole canzonetta, Alteria, a cui toccava il primo luogo di favoleggiare, messa giú la viola e il plettro, che aveva in mano, alla sua favola in tal modo diede principio: —