Le paterne visscere
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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835
LE PATERNE VISSCERE.
Mentre er zor Papa in un viàggetto solo1
Bbutta zecchini a ccanestrate sane,2
Va’ cch’uno strilli che jj’amanca er pane,
Sai ch’arisponne lui? “Me ne conzolo.„
Ah ttafino3 bbrodaro4 stracciarolo5
Griscio6 leccascudelle7 scarzacane,8
Che ssenz’arte né pparte ne le mane
Sei vienuto a ffà a Rroma er dindarolo!9
Questa è l’aricompenza de l’avette10
Steso le grinze de la sagra panza,
Che pprima te ggiucaveno a ttresette?11
Ccusì ce neghi eh, pallonaccio a vvento,
Inzino er mollicume12 che tt’avanza
De quer pane che mmaggni a ttradimento?
1 giugno 1835.
Note
- ↑ Vedi i sonetti... [Er viaggio ecc., 21 apr. 34; Nostro Siggnore ecc., 13 magg. 35, e qualche altro.]
- ↑ [Intere.]
- ↑ Tafino si suol dire a’ Piemontesi, ma il Romanesco, poco intendente di geografia, dà questo titolo di scherno anche ad altri italiani alpigiani, a dei contorni delle Alpi.
- ↑ Brodari [da broda] sono propriamente que’ puledrelli, vannini [vannino si chiama, nella campagna romana, nell’Umbria e nella maremma toscana, il poledro che non abbia compiuto un anno, e credo che questo nome dovesse prima essere uguannino, da uguanno, come uguannotto e avannotto], ai quali, mancata la poppa materna, si dà per nutrimento i rimasugli sierosi del latte servito alla fabbricazione de’ formaggi, [o anche il latte di vacca, allungato con acqua]. Per estensione però, chiamasi brodaro un affamato per miseria, che vada in cerca avidamente di minestre da satollarsene.
- ↑ Colui che raccoglie stracci per le vie; qui, “uom lacero, pezzente.„
- ↑ [Cfr. la nota 6 del sonetto: Er carnovale ecc., 10 febb. 33.] Nome appellativo degli indigeni del lago di Como, che vengono a Roma in succinte vesti, e dati a meschini traffichi stentano la vita onde ammassare un peculio da rinvestire nella patria in possedimenti stabili. Pel resto vedi la nota 3.
- ↑ Leccascodelle: coloro che vanno a pascersi di minestre alle porterie de’ frati.
- ↑ Scalzacane.
- ↑ Salvadanaio. [V. la nota 2 del sonetto: Er mette da parte, 18 apr. 35.]
- ↑ Dello averti.
- ↑ Giuocavano fra loro per la lor quantità.
- ↑ L’unione delle minute briciole [molliche] del pane che si frange.