Le mie fanciulle gridano a vivanda
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Questo testo fa parte della raccolta I. Rustico Filippi
XVII
Ma delle promesse di quel messere non può campare la famiglia del poeta.
Le mie fanciulle gridano a vivanda,
e non finaro sera né mattino;
e stanno tutte spesso in far domanda:
4— Or non è vivo messere Ugolino? —
Però ciascuna a voi si raccomanda;
ed in ischiera v’è Lippo e Cantino,
che non temon che lor botte si spanda,
8ché, s’han del pane, il pozzo è lor vicino.
Ond’io vi priego ancor, ché la speranza
daria per men di due fiorili lo staio;
11ma le ’mpromesse attendo ad abbondanza.
Clra me penna non vai né calamaio,
né me’ venir né far far ricordanza,
14néd esser ricco piú, che Min di Ciaio.