Le meteore cosmiche/XV.
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XV.
Per tal guisa, o Signori, io vi bo fatto assistere, senza che forse ve ne accorgeste, alla mirabile formazione dell’Universo: ed un fatto in apparenza di poca o nessuna rilevanza, vi ha condotti naturalmente alla cognizione delle leggi supreme che reggono la mondiale economia, ed ai più solenni principii di cui va fregiata l’astronomia moderna. Voi avrete ammirato con quale armonico nodo si colleghino insieme i grandi fenomeni della Natura, ed in qual modo quegli stessi fatti, i quali, al dir di Arago, sembrano diffidare per la loro incostanza la perspicacia degli ingegni più penetranti, dopo essere stati ben addentro studiati, finiscano col collegarsi gli uni cogli altri in una precellente coordinazione.
E questa unità di principii, a cui tende la scienza moderna in tutti i suoi rami, come ben si esprimova non ha guari un insigne scrittore della Penisola, è la più eloquente dimostrazione di quel vero sublime cho gli antichi filosofi avevano interamente presentito: che cioè la macchina colossale doll’Universo, in quolla che si appalesa complicatissima in tutte le sue forme esteriori ed in tutte le accidentali suc apparenze, è sommamente semplice e sostanzialmente una nella sua intima ed essenziale natura.
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