Le convulsioni/Scena XIII
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Francesco Albergati Capacelli - Le convulsioni (XVIII secolo)
Scena XIII
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Bernardino seguito da Lorenzo che ne ha in mano il cappello, e la spada e che porta tutto alle stanze di Bernardino dirimpetto a quelle di Laura, e detto.
- AURELIO
- (confuso) Oh! Signor Bernardino, le rassegno il mio ossequio.
- BERNARDINO
- Ed io a lei la dovuta mia servitú (con molta sostenutezza).
- AURELIO
- Se mi permette, io parto.
- BERNARDINO
- Quest’è un permesso ch’io non gliel negherò mai.
- AURELIO
- (Non l’ho ancor veduto sí serio) (resta confuso).
- BERNARDINO
- Ha qualche cosa da comandarmi? (accompagnandolo verso la porta d’uscita).
- AURELIO
- Eh! nulla, signore, nulla. Ero venuto per saper nuove della salute...
- BERNARDINO
- Di mia moglie. Le ha sapute?
- AURELIO
- Sí, signore.
- BERNARDINO
- Tutte?
- AURELIO
- Interamente. Anche adesso...
- BERNARDINO
- È stata assalita dalle sue convulsioni. Me l’hanno detto.
- AURELIO
- (sempre confuso) Ma voglio sperare...
- BERNARDINO
- Che guarirà (gentilmente lo prende per un braccio, e lo va conducendo fuori).
- AURELIO
- Oh! guarirà certamente. Sono mali...
- BERNARDINO
- Che vanno e vengono.
- AURELIO
- (che già è fuori della porta) Che vanno e vengono. Servitor obbligato.
- BERNARDINO
- Obbligatissimo servitore (partito Aurelio). Che vanno e vengono. Ma tu sei fra quei mali che non verran piú.