Le chiare imprese e la gloriosa morte

Tommaso Crudeli

XVIII secolo Letteratura Le chiare imprese e la gloriosa morte Intestazione 26 luglio 2014 75% Da definire

Frammento d’una traduzione inglese, intitolata Leonida del Signor Dottor Crudeli


Le chiare imprese e la gloriosa morte
del famoso Spartan, Musa, racconta,
che di Xerse al poter presso a Termopili
s’oppose, e cadde per salvar la patria.
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5Ma Leonida intanto si ritira
entro i silenzi dell’avite mura;
in segreto pensiero ivi tranquillo
il possente suo cor così rivede, / si profonda così nel suo gran gran cuore,
mentre Natura gli ristringe al petto
10un terror passeggier: - Quale improvviso
dolor, qual fredda retinenza, il mio
spirto così del suo vigor disarma?
E mormora ch’io temo? E può la morte
Leonida atterrir, che tante e tante
15volte la vide e disprezzolla, quando
orrenda più della battaglia in fronte?
O di lasciare in tutta la sua pompa
la vita, e tutti sul fiorir gl’onori
che mi cingono il crin, l’alma s’attrista?
20Oppur d’abbandonare (eternamente
abbandonar) la mia piangente sposa,
i pargoletti, i figli e i fidi amanti?
Leonida, ti sveglia: eh, staran questi
alla salvezza universale a fronte.
25Ecco la patria chiama: oh sacra voce,
odo te sola. Quel potente suono
ritornante virtù mi brilla in petto,
d’avanti a lei fugge il timore: o morte,
prendi la mia non resistente mano,
30e guidami. E tu pure accompagnando,
oh Fama, il mio cader, proteggerai,
con instancabi’ale il mio sepolcro,
né il tempo istesso violerà mie lodi -.
Mentre in tal guisa il generoso eroe
35più salda in la virtù l’alma rendea,
Agide sopraggiunse, e così disse:
- Se fin’ora indugiò la lingua mia
il grato della lode offrir tributo,
che ‘l tuo merito chiede, e solamente
40nel generale applauso accrebbe i gridi,
perdona, o fratel, al tuo pietoso amico,
poiché di lei la deplorabil sorte,
di lei, più caro del tuo cor soggetto,
lunge mi tenne dalla tua presenza.
45O incomparabil uom, benché richieggia
le prime cure tue Sparta, di lei
non ti scordar, ch’ora per te si duole
in amare agonie, le quali invano
d’addolcir s’ingegnò fraterno amore -.
50Al generoso amico al fin si strinse
Leonida, e cotal risposta feo:
- Oh tu, che a questo cuor sì caro <sei>,
della bontade umana esempio illustre,
pensa che sempre mi rammento quella
55da cui sul viver mio largo deriva
della felicità la più gran parte.
Io potrò, che cedei l’aure di vita
perché non piangan altri, perché mille
disgraziati non sian; quand’ella è in duolo,
60ella da me più di ciascun’amata,
benché diletta men di tutti insieme,
io potrò disprezzar gl’affanni suoi?
Sparta, semmai nelle future etadi
Il nome di Leonida ed il fato
65grata ricorderai, non passar questo
senza attenzion; la vita, ch’io donai
per te, penoso non provò momento
che stancasse il mio spirito, né furo,
quelle che abbandonai, gioie comuni.