Le cento novelle antiche/Novella XXXII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Novella XXXI | Novella XXXIII | ► |
Delle belle valentie di Riccar Loghercio dell’Illa.
NOVELLA XXXII.
Riccar Loghercio fu signore dell’Illa, e fu grande gentiluomo di Provenza e di grande ardir e prodezza a dismisura. E quando i saracini vennero a combattere la Spagna, elli fu in quella battaglia che si chiamò la Spagnata, e fu la più perigliosa battaglia che fosse dallo tempo di quella di troiani e di greci in qua. Allora erano li saracini in grandissima moltitudine e con molte generazioni di stormenti, sì che Riccar Loghercio fu il conducitor della prima battaglia. E per cagione che li cavalli non si poteano mettere avanti per lo spavento delli stormenti, comandò a tutta sua gente che volgessero tutte le groppe de’ cavalli alli nemici; e tanto ricularo che furo intra nemici. E poi quando furo intra i nemici così riculando, ebbe la battaglia dinanzi, e veniano uccidendo a destra et a sinestra, sì che misero i nemici a destruzione. E quando il conte di Tolosa si combattea col conte di Provenza altra stagione, si dismontò del destriere Riccar Loghercio, e montò in su uno mulo; et il conte disse: che è ciò, Riccar? Messere, io vo’ mostrare che io non ci sono per cacciare nè per fuggire. Qui dimostrò la sua grande franchezza, la quale era nella sua persona oltre gli altri cavalieri.