Le cento novelle antiche/Novella LXXX
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Novella LXXIX | Novella LXXXI | ► |
Qui conta una Novella che disse messer Migliore delli Abbati di Firenze.
NOVELLA LXXX.
Messere Migliore Abbati di Firenze si andò in Cicilia al re Carlo, per impetrar grazia che sue case non fossero disfatte. Il cavaliere era molto bene costumato. E ben seppe cantare, e seppe il provenzale oltre misura ben proferere. Cavalieri novelli di Cicilia fecero per amor di lui un gran corredo1. Or venne che furo levate le tavole. Menarono a donneare. Mostraroli loro gioielli e loro camere. Intra quali li mostraro palle di rame stampate2, nelle quali ardeano aloè et ambra, e del fumo che n’uscia oloravano le camere. In questo parlò messere Migliore, e disse: questo che diletto vi rende? L’uno parloe3, e disse quello perchè elle erano. Messere Migliore disse: signori, male avete fatto; questo non è diletto. Li cavalieri li fecero cerchio intorno. Domandaro il perchè. E quando elli li vide affisati ad udire, e que’ disse: signori, ogni cosa tratta4 della sua natura, ma tutta è perduta. E que’ domandaro come? Et elli disse, che ’l fumo dell’aloè5 e dell’ambra, da loro perduto il buono odore naturale. Che la femina non vale neente, se di lei non viene come di luccio passetto6. Allora i cavalieri cominciaro a far gran sollazzo e gran festa del podere di messer Migliore.
Note
- ↑ un gran corredo. Corredo usarono gli antichi anche per banchetto solenne.
- ↑ stampate qui val bucherate. Spiega così anche il Vocabolario.
- ↑ L’uno parloe ecc. Molto diversa è qui la lezione della stampa del 72. Non dispiacerà, credo, al lettore vederci rapportato ciò che ivi si legge; perchè potrà servire a fargliene raccapezzare un po’ meglio il senso oscurissimo (se pur havvene alcuno) di questo luogo. Ivi si legge adunque: “Fugli risposto: in queste palle ardiamo ambra et aloè, onde le nostre donne e camere sono odorifere. Allora messer Migliore disse: signori, male avete fatto. Questo non è diletto. Li cavalieri li fecero cerchio d’intorno. Domandaro il perchè. E quando elli li vide avvisati per udire, e que’ disse: signori, ogni cosa tratta della sua natura; e per queste palle si perde. E que’ domandaro come? Et elli disse che ’l fumo dell’aloè e dell’ambra tollea loro il buono odore naturale: chè la femina non vale neente se da lei non viene come di luccio istantío.„
- ↑ ogni cosa tratta ecc. Qui manca, pare a me, qualche cosa, la qual sarebbe necessaria a renderne compiuto il senso.
- ↑ che ’l fumo dell’aloè ecc., nè pur qui il senso è chiaro. Sembra che sia da leggersi dà, dal verbo dare. Dà loro perduto il buon odor naturale; cioè il fa loro perdere.
- ↑ passetto; cioè alquanto passo; che ha un po’ patito; che comincia quasi a putire.