Le cento novelle antiche/Novella I

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Dedica Novella II
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Questo libro tratta d’alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di be’ risposi e di belle valentie e doni, secondo che per lo tempo passato hanno fatto molti valenti uomini.


NOVELLA I.1


Quando lo nostro signore Gesù Cristo parlava umanamente con noi, infra l’altre sue parole, ne disse che dell’abbondanza del cuore parla la lingua. Voi ch’avete i cuori gentili e nobili infra li altri, acconciate le vostre menti e le vostre parole nel piacere d’Iddio, parlando, onorando e temendo e laudando quel signore nostro, che n’amò prima che elli ne criasse, e prima che noi medesimi ci amassimo. E se in alcuna parte, non dispiacendo a lui, si può parlare, per rallegrare il corpo e sovvenire e sostentare, facciasi con più onestade e con più cortesia che fare si puote. Et acciocchè2 li nobili e gentili sono nel parlare e nell’opere quasi com’uno specchio appo i minori, acciocchè il loro parlare è più gradito, [p. 6 modifica]perocchè esce di più dilicato stormento3, facciamo qui memoria d’alquanti fiori di parlare, di belle cortesie e di belli risposi4 e di belle valentie, di belli donari e di belli amori, secondo che per lo tempo passato hanno fatto già molti. E chi avrà cuore nobile et intelligenzia sottile si le potrà somigliare per lo tempo che verrà per innanzi, et argomentare e dire e raccontare in quelle parti dove avranno luogo, a prode5 et a piacere di coloro che non sanno e disiderano di sapere. E se i fiori che proporremo fossero mischiati intra molte altre parole, non vi dispiaccia; chè ’l nero è ornamento dell’oro, e per un frutto nobile e dilicato piace talora tutto un orto, e per pochi belli fiori tutto uno giardino. Non gravi a’ leggitori, che sono stati molti, che sono vivuti grande lunghezza di tempo, et in vita loro hanno appena tratto un bel parlare, od alcuna cosa da mettere in conto fra’ buoni.



Note

  1. Questa non è propriamente una Novella; ma un semplice prologo delle Novelle che vengono appresso, e di fatto monsig. Borghini nell’edizione da lui procurata del 1572 non la colloca nel novero delle cento Novelle, ma la premette ad esse col titolo di Proemio.
  2. acciocchè. Qui val perciocchè. Trovasi non di rado nelle scritture antiche, ma oggidì non s’usa più, in questo senso.
  3. stormento per istromento usavano spesso gli antichi. È voce ita in disuso affatto.
  4. risposo, nome sostantivo; lo stesso che risposta; ma è voce antiquata.
  5. prode, sostantivo; utilità. In questo senso è voce antiquata. Oggi usasi pro.