Le Pastorali con un Discorso su la Buccolica/Canto del cieco nato
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Traduzione dall'inglese di Emidio De' Vincenzi (1767)
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C A N T O
DEL CIECO NATO.
Luce da voi nomata?
Ch’è pur sì vaga, e bella,
4Ma sempre a me negata?
Quai le virtù infinite
Di quel Vedere eletto?
Dite'l al Cieco! il dite
8Al pover Garzonetto!
Voi dite veder tante
Forme meravigliose;
Dite, che ’l Sol brillante
12Illumini le cose.
Io sento il suo calore.
Ma come? andand’intorno
Potrà mai formar l’ore
16La notte e il giorno?
Io fommi da me stesso
La Notte o ’l Giorno. E quando?
O dormo o bene spesso
20Son desto trastullando.
Ah! s’io potessi sempre
Tenermi vigilante,
Saria con dolci tempre
24Il Giorno a me costante.
Voi sospirando forte,
Od’io, pianger sovente
La disperata sorte,
28Il mio destin dolente.
E pur io con coraggio
Imperturbato, e immoto
Or soffro un tant’oltraggio,
32Nè mai m’è noto.
Dunque non sia pur tolto
Il brio della mia mente
Per Quel, ch’agli altri è molto,
36M’a me non ch’un niente.
Che mentre io così canto,
D’esser qual Rè mi vanto:
Sebben un Garzoncello
40Povero Ciecatello.