Io fommi da me stesso
La Notte o ’l Giorno. E quando?
O dormo o bene spesso 20Son desto trastullando.
Ah! s’io potessi sempre
Tenermi vigilante,
Saria con dolci tempre 24Il Giorno a me costante.
Voi sospirando forte,
Od’io, pianger sovente
La disperata sorte, 28Il mio destin dolente.
E pur io con coraggio
Imperturbato, e immoto
Or soffro un tant’oltraggio, 32Nè mai m’è noto.
Dunque non sia pur tolto
Il brio della mia mente
Per Quel, ch’agli altri è molto, 36M’a me non ch’un niente.
Che mentre io così canto,
D’esser qual Rè mi vanto:
Sebben un Garzoncello 40Povero Ciecatello.