Le Coefore/Episodio terzo
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EPISODIO TERZO
Entra Egisto.
EGISTO
Non senza invito io venni, anzi chiamato.
So che son giunti forestieri, e recano
una novella punto grata. Oreste
910è morto. E deve questo nuovo cruccio
patir la casa, oltre l’antica strage
che ci piaga e ci morde. Or, come apprendere
se credibile e vera è la novella,
o se sgomente ciance all’aria corrono,
915di femmine, che presto irrite cadono?
CORIFEA
L’abbiamo udito. Ma tu entra e interroga
i forestieri. Allor che si può chiedere
direttamente, a che servono araldi?
EGISTO
Voglio vedere il nunzio e interrogarlo,
920se presente alla morte era, o se parla
per non chiara notizia. Acuto è l’occhio
della mia mente: non potrà deludermi.
Entra nella reggia dalla porta di mezzo
.
CORO
Giove, Giove, che dire? Da dove
925cominciar le preghiere ed i voti?
Qual parola trovare che all’empito
mio sia pari, che affretti gli eventi?
Ora i fili di scuri omicide
sanguinanti, daranno alla rocca
930d’Agamènnone l’ultimo crollo;
o la luce ed il fuoco e le leggi,
ravvivando pei liberi, Oreste
dei suoi padri la grande opulenza
riavrà. Contro due quel divino
935si cimenta. Oh!, gli arrida Vittoria!
Dalla reggia escono altissime grida di
EGISTO
Ahi, Ahi! Ahimè, ahimè!
CORIFEA
Ahi, Ahi! Senti?
Che c’è? Che cosa avviene in casa? — Mentre
si compiono gli eventi, ritiriamoci,
940onde sembri che noi d’ogni sciagura
siamo innocenti. Arde oramai la zuffa!
Le ancelle si ritirano sgomente da parte. Dalla porta centrale esce un servo, e va a battere alla porta delle donne.
SERVO
Ahimè, misero me, spento è il signore!
Ahimè! La terza volta ancor lo grido!
Egisto non è piú! Non indugiate,
945aprite, su, dei ginecei le porte
dalle spranghe sciogliete! E c’è bisogno
d’un giovane gagliardo. E non per porgere
soccorso: ai morti chi può dar soccorso?
Ahimè, ahimè!
950Io grido ai sordi, io mi rivolgo indarno
ai dormïenti, e nulla ottengo. Ov’è
Clitennestra? Che fa? Già la cervice
ella ha sul ceppo, piomba il colpo già!
CLITENNESTRA
Perché gridi cosí? Che cosa avviene?
SERVO
955Dicono che i morti uccidono chi vive!
CLITENNESTRA
Ahimè! Ben chiaro questo enimma suona!
Spenti di frode siam, come uccidemmo.
Alcun mi porga un’omicida scure,
presto! Vediam se vinceremo, o se
960saremo vinti. A tal frangente or siamo.
Dalla porta centrale irrompe
ORESTE
Anche te cerco. Questo ebbe il suo debito.
CLITENNESTRA
Ahimè! Sei morto, Egisto dilettissimo!
ORESTE
Ami costui? Nella sua tomba stessa
giacerai: serberai fede all’estinto!
CLITENNESTRA
965Fermati, o figlio! Questo seno venera,
figlio, su cui spesso dormisti, a cui
almo latte suggean le tue gencive!
ORESTE
Che fare? Risparmiar mia madre, o Pilade?
PILADE
E dove andâr gli oracoli d’Apollo,
970da Pito imposti, e i giuramenti sacri?
Inimícati tutti, e non gl’Iddei.
ORESTE
Tu mi convinci e mi consigli bene.
Seguimi: presso a lui voglio sgozzarti.
Vivo, lo preferisti al padre: giaci,
975morendo, accanto a lui: poi che tu ami
quest’uomo, e aborri chi dovresti amare.
CLITENNESTRA
Io ti nutrii: voglio invecchiare teco!
ORESTE
Viver con me, tu che uccidesti il padre?
CLITENNESTRA
Di tutto, o figlio, causa fu la Parca!
ORESTE
980E la Parca tal sorte ora t’appresta!
CLITENNESTRA
Figlio, odi le mie preci! Io son tua madre!
ORESTE
Ma, generato, mi gittasti ai triboli.
CLITENNESTRA
Gittarti? Amiche mura t’ospitarono!
ORESTE
Due volte fui venduto, io nato libero!
CLITENNESTRA
985E dov’è dunque il prezzo ch’io riscossi?
ORESTE
M’è scorno, apertamente rampognartelo.
CLITENNESTRA
Anche del padre tuo le colpe enumera.
ORESTE
Tu inerte in casa, non biasmar chi opera.
CLITENNESTRA
Lungi lo sposo aver, cruccio è alle femmine.
ORESTE
990Nutre, l’opra dell’uom, chi poltre in casa.
CLITENNESTRA
Figlio, vuoi dunque uccidere tua madre?
ORESTE
Non io t’uccido. Tu te stessa uccidi.
CLITENNESTRA
Temi le furie rabide materne.
ORESTE
Se ti risparmio, quelle del padre èvito?
CLITENNESTRA
995Viva, presso alla tomba, invano io gemo!
ORESTE
Del padre il fato a tal morte ti spinge.
CLITENNESTRA
Ho generato, ahimè, nutrito un àspide.
Ben fu profeta il terror dei miei sogni!
ORESTE
Lo sposo hai spento: abbi morte dal figlio!
Le ancelle escono dal loro rifugio, ed occupano di nuovo l’orchestra.
CORIFEA
1000Questo duplice scempio anche io lamento.
Or, poi che tanta strage Oreste misero
compie’, non crolli, ah no!, su la pupilla
di questa casa l’ultima rovina!