Laude (1910)/Laude/Lauda LXXXXV

LXXXXV. Altro cantico nel quale pur se parla de anichilatione & trasformatione

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LXXXXV. Altro cantico nel quale pur se parla de anichilatione & trasformatione
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Altro cantico nel quale pur se parla de anichilatione & trasformatione, come nella .lxxxx.1 lauda de sopra posta. Et in due stantie de questa appare defecto.          .lxxxxv.


     QVe farai, morte mia,       che perderai la uita?
     guerra infinita       sirà tuo cuor demorare.
Or que farai, morte mia,       che perderai la uita?
     se io t’aggio nutrita,       io me ne pento;4
     & poi la morte non tornai a uita,       guerra infinita
     sì t’arepresento;       però taccio & assento,
     quel che uoglio non faccio       & quel che uoglio desfaccio;
     la lengua ne taccio       co homo obstinato.8
Non enante la morte       se troua la uita;
     oimé, te uita       porrìate trouare;
     ma pò la morte       se truoua la uita,
     ma perde la uita       cotal demorare;12
     elato me pare       cotal exercire,
     non può peruenire       a lo infinito stato.
Oimé,       & io per te uo te fugendo,
     parlando tazo,       lassando allazo,16
     dentro a la pelle       sta lo encreato.
Oimé, la tua pelle       è tanto rocta,
     che dentro non può stare;       or facciamo che sia morta,
     la uita sua fori a lo scorticare       per fede te conuien passare,20
     et desperanza trouare,       del bene et del male
     esser scortecato.
Dentro a lo scortecato s’è remesso       colui che uo cercanno,
     or faciam che sia quesso       uoler morir per non uiuere entanno;24
     par molto cosa dura       la morte & la uita far una,
     moczare omne figura       & non posseder nullo aspecto.
Moczata omne figura       de lo suo iudicato,
     cacciato omne sospecto       de lo suo principato,28
     negato el suo uolere       como non fusse nato,
     homo anichilato       uiue nel suo auetare.

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El mio auetare è quesso       de sotto a onnechouelle,
     & so en tal luoco messo,       ben ne dirò le nouelle,32
     non sa fin cha ne stende,       agiogne en omne luoco,
     & questo molto par poco       a chi non l’à comparato.
Dentro a lo comparato s’è remesso       colui che s’è uenduto,
     or faciam che sia quesso       uoler morir per render lo tributo;36
     et questa è la cagione,       per retributione
     a terzo dine serai resuscitato.
Resuscitato, pareme morire,       en mente e ’n acto
     uergogna non fugire,       et ad honore non so tracto,40
     piacere et despiacere,       non far con nullo pacto,
     desperato tragiacto       al uiso2            3ioco ha passato.
Passa fede et speranza       la credenza del certo,
     la caritate unisce,       spogliase ne l’affecto,44
     cacciato omne uolere,       moczato omne sospecto,
     non ci à trouato aspecto       el uero trasformato.
Trasformato la imagine       de Dio la simiglianza,
     ha pensato & postose       de non far mai più fallanza,48
     li angeli de cielo sguardano       en questa simiglianza,
     presi da l’abundanza       de l’omo ch’è reformato.
Reformato nell’essere       de la uirtù creata,
     trasformata ne l’essere       enuisibile encreata,52
     uisibile inuisibile       non nobile auilare,
     el suo uilare       per nobile auilato.
Quello che è non se può dire,       puòse dire quel che non è;
     lo dir uero si è mentire,       lo mentire è quello che è;56
     et è tanto alto quello che è,       non ha forma né mesura;
     et fuor de la imaginatura,       ché non me ci ho trouato.


Note

  1. Così nel testo; ma veramente è la .lxxxxij.
  2. [p. 197 modifica]In due stantie erano lassate finestre, & in uno libro solo anticho è trouato che alla seconda finestra, doue dice Al uiso, era stato posto Ferito, non so da chi, benché da parte.
  3. Così nel testo.