La vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze/Libro secondo/Capitolo XLVII

Libro secondo
Capitolo XLVII

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Ritornato al suo palazzo, venne a replicare le gran parole tanto maravigliosamente umile e tanto altamente superbe, che io avevo usato con Sua Maestà, le qual parole l’avevano molto fatto crucciare; e contando alcuni de’ particulari di tal parole alla presenza di Madama di Tampes, dove era Monsignor di San Polo, gran barone di Francia. Questo tale aveva fatto per il passato molta gran professione d’essere amico mio; e certamente che a questa volta molto virtuosamente, alla franciosa, lui lo dimostrò. Perché, dipoi molti ragionamenti, il Re si dolse del cardinal di Ferrara, che avendomigli dato in custode, non aveva mai piú pensato a’ fatti mia, e che non era mancato per causa sua che io non mi fussi andato con Dio del suo regno, e che veramente penserebbe di darmi in custode a qualche persona che mi conoscessi meglio, che non aveva fatto il cardinale di Ferrara, perché non mi voleva dar piú occasione di perdermi. A queste parole subito si offerse Monsignor di San Polo, dicendo al Re che mi dessi in guardia allui, e che farebbe ben cosa che io non arei mai piú causa di partirmi del suo regno. A questo il Re disse che molto era contento, se San Polo gli voleva dire il modo che voleva tenere perché io non mi partissi. Madama, che era alla presenza, stava molto ingrognata, e San Polo stava in su l’onorevole, non volendo dire al Re il modo che lui voleva tenere. Dimandatolo di nuovo il Re, e lui, per piacere a Madama di Tampes, disse: - Io lo impiccherei per la gola, questo vostro Benvenuto; e a questo modo voi non lo perderesti del vostro regno -. Subito Madama di Tampes levò una gran risa, dicendo che io lo meritavo bene. A questo il Re per conpagnia si messe a ridere, e disse che era molto contento che San Polo m’impiccassi, se prima lui trovava un altro par mio; ché, con tutto che io non l’avessi mai meritata, gliene dava piena licenzia. Innel modo ditto fu finita questa giornata, e io restai sano e salvo; che Dio ne sia laudato e ringraziato.